Il 21 luglio è stato inaugurato il nuovo centro
di San Camillo è stato un giorno bellissimo il sol risplendeva con i suoi raggi
e piano piano gli ospiti, i malati si recavano al centro per partecipare alla
Santa messa che è stata presieduta da monsignore Giuseppe Pasotto, vescovo
della Georgia; i concelebranti erano il padre generale dei camilliani P. Renato
Salvatore i padri provinciale della provincia piemontesi e della Polonia.
E’
arrivato per questa occasione P. Ivan Martini ex superiore della Georgia e
fratel Roberto Kukulka che ha lavorato in Georgia per 5 anni al servizio
dei disabili, altri confratelli camilliani, delegazione delle varie
autorità della Polonia.
Era presente anche la nostra Madre Generale, Sr.
Laura Biondo, insieme alla sua vicaria Sr. Benedetta Greco.
All’inizio della
Santa Messa P. Paolo Dyl, superiore della comunità in Georgia, dava il
benvenuto ai presenti e diceva che questo centro era nato da due teste polacche
ma che era diventato grande grazie al cuore di Padre Ivan Martini.
Dopo
ha continuato la cerimonia. La chiesa era bellissima, adornata dai fiori e
c'erano da una parte le icone dei martiri camilliani e dell’altra i beati
camilliani. Al momento dell’offertorio i malati hanno portato i doni del
vino e dell’acqua, i fiori e un quadro di San Camillo.
Al termine della messa
P. Paolo Dyl ha ringraziato i presenti per la partecipazioni e ha chiesto alla
delegazione Italiana di tagliare il nastro degli ambienti dove i malati
verranno accolti per i loro lavori e alla delegazione Polacca di tagliare il
nastro della fisioterapia perché loro hanno aiutato a fare funzionare questa
fisioterapia inviando dei macchinari e poi anche mandano delle fisioterapiste a
turno vengo a insegnare e le fisioterapiste georgiane sono andate per un
aggiornamento a imparare nuove tecniche in Polonia.
Monsignore Giuseppe Pasotto, vescovo della Georgia |
Dopo c'è stato un piccolo spettacolo sulla conversione di san Camillo, realizzato dagli insegnanti insieme ai disabili.
Hanno partecipato anche i bambini delle famiglie numerosi che aiutiamo e i bambini dei profughi della guerra di Adjasia hanno voluto partecipare per questa occasione. Al termine dello spettacolo ci siamo trattenuti per l'agape fraterno.
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