Domani (16 aprile) il nostro amato Papa Emerito Benedetto XVI, compie 86 anni di vita, tutta dedita a lavorare nella Vigna del Signore. Per ricordarlo vi invitiamo a meditare queste parole che ci ha rivolto nell'Omelia della Santa Messa in occasione della XVII Giornata della Vita Consacrata il 2 febbraio scorso, in modo particolare questi tre punti dove ci ha invitato a fare un simbolico pellegrinaggio nel cammino della fede.
[…]
Cari fratelli e sorelle
consacrati, tutti voi siete stati rappresentati in quel simbolico
pellegrinaggio, che nell’Anno della fede
esprime ancora di più il vostro convenire nella Chiesa, per essere confermati
nella fede e rinnovare l’offerta di voi stessi a Dio. A ciascuno di voi, e ai
vostri Istituti, rivolgo con affetto il mio più cordiale saluto e vi ringrazio
per la vostra presenza. Nella luce di Cristo, con i molteplici carismi di vita
contemplativa e apostolica, voi cooperate alla vita e alla missione della
Chiesa nel mondo. In questo spirito di riconoscenza e di comunione, vorrei
rivolgervi tre inviti, affinché possiate entrare pienamente in quella «porta
della fede» che è sempre aperta per noi (cfr Lett. ap. Porta
fidei, 1).
Vi invito in primo luogo ad alimentare una fede in grado di illuminare la vostra
vocazione. Vi esorto per questo a fare memoria, come in un pellegrinaggio
interiore, del «primo amore» con cui il Signore Gesù Cristo ha riscaldato il
vostro cuore, non per nostalgia, ma per alimentare quella fiamma. E per questo
occorre stare con Lui, nel silenzio dell’adorazione; e così risvegliare la
volontà e la gioia di condividerne la vita, le scelte, l’obbedienza di fede, la
beatitudine dei poveri, la radicalità dell’amore. A partire sempre nuovamente
da questo incontro d’amore voi lasciate ogni cosa per stare con Lui e mettervi
come Lui al servizio di Dio e dei fratelli (cfr Esort. ap. Vita
consecrata, 1).
In secondo luogo vi invito a una fede che sappia riconoscere la
sapienza della debolezza. Nelle gioie e nelle afflizioni del tempo presente,
quando la durezza e il peso della croce si fanno sentire, non dubitate che la kenosi
di Cristo è già vittoria pasquale. Proprio nel limite e nella debolezza
umana siamo chiamati a vivere la conformazione a Cristo, in una tensione
totalizzante che anticipa, nella misura possibile nel tempo, la perfezione
escatologica (ibid., 16). Nelle società dell’efficienza e del
successo, la vostra vita segnata dalla «minorità» e dalla debolezza dei
piccoli, dall’empatia con coloro che non hanno voce, diventa un evangelico
segno di contraddizione.
Infine, vi invito a rinnovare la fede che vi fa essere pellegrini verso
il futuro. Per sua natura la vita consacrata è pellegrinaggio dello spirito,
alla ricerca di un Volto che talora si manifesta e talora si vela: «Faciem
tuam, Domine, requiram» (Sal 26,8). Questo sia l’anelito costante
del vostro cuore, il criterio fondamentale che orienta il vostro cammino, sia
nei piccoli passi quotidiani che nelle decisioni più importanti. Non unitevi ai
profeti di sventura che proclamano la fine o il non senso della vita consacrata
nella Chiesa dei nostri giorni; piuttosto rivestitevi di Gesù Cristo e
indossate le armi della luce – come esorta san Paolo (cfr Rm 13,11-14)
– restando svegli e vigilanti. San Cromazio di Aquileia scriveva: «Allontani da
noi il Signore tale pericolo affinché mai ci lasciamo appesantire dal sonno
dell’infedeltà; ma ci conceda la sua grazia e la sua misericordia, perché
possiamo vegliare sempre nella fedeltà a Lui. Infatti la nostra fedeltà può
vegliare in Cristo» (Sermone 32, 4).
Cari fratelli e sorelle, la gioia
della vita consacrata passa necessariamente attraverso la partecipazione alla
Croce di Cristo. Così è stato per Maria Santissima. La sua è la sofferenza del
cuore che forma un tutt’uno col Cuore del Figlio di Dio, trafitto per amore. Da
quella ferita sgorga la luce di Dio, e anche dalle sofferenze, dai sacrifici,
dal dono di se stessi che i consacrati vivono per amore di Dio e degli altri si
irradia la stessa luce, che evangelizza le genti. In questa Festa, auguro in
modo particolare a voi consacrati che la vostra vita abbia sempre il sapore
della parresia evangelica, affinché in voi la Buona Novella sia
vissuta, testimoniata, annunciata e risplenda come Parola di verità (cfr Lett.
ap. Porta
fidei, 6).
Amen.
Grazie Papa Benedetto il Signore lo benedica oggi e sempre, vi promettiamo la nostra preghiera e noi ci affidiamo alla sua!
Affidiamo la sua vita alla Madonna dell'Umiltà.
Tanti Auguri, da tutte noi che lo vogliamo TANTO BENE e La ricordiamo ogni giorno nella Eucarestia.
La sua presenza tra noi fu come questa carezza,
che ancora rimane nel nostro cuore!
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