UN POCO DI STORIA...
Le Figlie
di San Camillo in Mesagne
[…] «
L’attività delle camilliane progrediva velocemente. La Voce della Verità, quotidiano di Roma, in
data 25 aprile 1894 dedicava al nuovo Istituto un articolo con la pubblicazione
di una lettera giunta al direttore: la presenza delle suore camilliane era
stata notata e si augurava alle suore che l’Istituto, «questa gemma preziosa», si dilatasse in tutto il mondo.
Nell’autunno del 1894 le camilliane erano
chiamate a prendere servizio nell’ospedale civile di Mesagne, cittadina in
provincia - allora - di Lecce (oggi provincia di Brindisi).
Come sia
nata l’idea di costituire questa comunità camilliana nelle Puglie non risulta
da documenti scritti. Al riguardo, però, padre Giovanni Sandigliano, primo
biografo della Beata Vannini, raccogliendo la testimonianza orale delle suore
contemporanee alla cofondatrice, dice che le parole di un articolo pubblicato
sul quotidiano romano Vera Roma
«furono un raggio che condusse le Figlie di S. Camillo in Mesagne».
I rapporti
tra Mesagne e Roma presero avvio da una lettera del sig. Francesco Martucci,
membro della Congregazione di carità
di Mesagne, datata 23 aprile 1894, nella quale chiedeva alla Vannini se fossero
disposte a portare «l’opera loro tanto
ammirabile» nella cittadina pugliese.
Inizia
così la corrispondenza tra gli interessati di Mesagne e i rappresentanti
dell’Istituto, a Roma. Già dai primi approcci la Vannini apparve favorevole
alla richiesta; non così invece il p. Ferrini, Superiore delegato dell’Istituto
- e con lui il Servo di Dio [p. Luigi Tezza] - che temeva che la trasferta a
Mesagne fosse un passo prematuro, data
la distanza con Roma e l’esiguità numerica delle religiose.
Invece
l’amministrazione di Mesagne era decisa ad avere le suore camilliane e la loro
insistenza ottenne che la fondazione passasse dalla fase di progetto alla
esecuzione.
L’attività nell’ospedale ebbe inizio il 9
dicembre 1894; le suore inviate furono: Suor Alfonsina Ferrari, designata
Superiora della comunità, suor Eugenia Baldi suor Pia Ghidoni e suor Rosa
Zanol.
L’Arcivescovo
di Brindisi, Mons. Salvatore Palmieri, due anni dopo esprimeva il suo
compiacimento: «Le scrivo questa mia per
ringraziarla della savia condotta delle sue figliole e delle incessante fatiche
che sostengono nell’ospedale di Mesagne con grande edificazione e contento del
popolo». Inviava pure una lettera postulatoria al S. Padre con la quale
supplicava «dell’Apostolica ricognizione del nuovo Istituto delle suore
Camilline, le quali, informate dello spirito di carità del loro grande padre,
San Camillo de’ Lellis, a mio avviso sono di immenso vantaggio alla languente
umanità, per l’assidua cura che compiono con piena abnegazione di sè agli
infermi di ogni sorta».
A Mesagne
le camilliane si trovarono davanti ad una situazione nuova. Non c’erano là
religiosi camilliani, come a Cremona, e
il clero locale non poteva farsi carico di un servizio religioso regolare alla comunità; specie per il sacramento della
confessione e celebrazione della s. Messa comunitaria.
Le
religiose sentivano il peso di quelle carenze. Il Servo di Dio si preoccupò di
tenere vivi i contatti con le figlie spirituali mediante corrispondenza
epistolare.
A Suor
Alfonsina Ferrari, Superiora della comunità, che sarà fedele erede spirituale
del Servo di Dio, egli indirizza diverse lettere. Nei primi tempi della
fondazione le promise di scrivere «almeno
una volta la mese» per superare la distanza che li separava, pur «nella santa e sempre adorabile volontà del
Signore». Affermava di contare sulla loro generosità e sul loro «attaccamento alla santa vocazione per
mantenervi fedeli, malgrado tutto, a ciò che avete promesso al Signore».
Suggeriva alle figlie, quando non potevano partecipare alla s. Messa, di
intensificare la preghiera, di visitare Gesù sacramentato, attingendo alla
fonte del Cuore Divino quello spirito di
carità che rende zelanti e premurose accanto ai sofferenti.
Invitava
le suore di Mesagne a non scoraggiarsi poiché, - «Iddio solo basta, dice Santa Teresa, nessuno più di voi può essere
sicuro di essere in Dio trovandovi nella sua divina volontà per mezzo della s.
Obbedienza». Chiedeva una «accettazione
calma, tranquilla ed amorosa di tutte le privazioni» come migliore
penitenza da offrire al Signore per la propria santificazione. Di fronte alla
malinconia lamentata da Suor Alfonsina Ferrari, esortava a tenerla lontana dal
cuore aggiungendo: «Se ti senti sulla
croce e sotto la croce, sai che non vi sei sola, ma con Gesù che vi ti ha
voluta e ti vuole, almeno per ora. [...] Abbi fede; l’obbedienza generosa ci fa far miracoli »
Dopo 120 anni di stancabile prodigarsi con cuore di madre verso i più bisognosi della città di Mesagne, ancora oggi le sorelle continuano l'opera che insiema a " [...] quella di Cremona deve ritenersi tra le più durature realizzate dalla Serva di Dio. Le Figlie di San Camillo sono tuttora là dove la Madre le aveva insediate. Il favore e la riconoscenza popolare non è venuta meno con gli anni [...] "
Brazzarola Bruno, Madre Giuseppina Vannini fondatrice delle Figlie di San Camillo (1859 – 1911) , Grottaferrata 1990, pp. 93-97
Si! grazie al favore e la riconoscenza popolare il 16 ottobre proprio giorno della festa della Madre Giuseppina Vannini la sua opera continua nella Residenza Socio Sanitaria Assistenziale RSSA "Villa Bianca", dove le sorelle sono state chiamate ad accompagnare e offrire il loro servizio.
La Provvidenza di Dio non abbandona mai a chi confida in Lui, e la preghiera fu esaudita nella persona del signore Salvatore Milanese e il suo figlio Giuseppe che hanno aperto le porte di questa grande opera assistenziale alle sorelle, una "Cooperativa O.S.A. che offre un servizio socio-assistenziale, fondato su rapporti di reciproca solidarietà, certezza e stabilità dei tempi di assistenza e gestionale"
Durante la Santa Messa don Pietro Di Punzio, cappellano dell'ospedale San Camillo aveva espresso di avere il cuore pieno di gioia e invitava ringraziare Dio per il dono della santità della Madre Vannini, ricordando "che è venuta a Mesagne per fondare la seconda casa dell'Istituto delle Figlie di San Camillo all'ospedale, il 12 novembre 1894, cento vent'anni e quel carisma della Beata ha impregnato non soltanto la vita di coloro che hanno curato, ma il carisma ha impregnato la città di Mesagne, perché quando veniva a Mesagne, non è che si stava mano in mano o ha parlare con le figlie, ma usciva dall'ospedale e andava a trovare gli ammalati, faceva il catechismo".
Parlando del quarto voto don Pietro diceva che "la Beata l'ha vissuto nella sua carne, diceva il segreto della santificazione non consiste in fare grandi cose, ma nel fare bene le cose che Dio ci manda ... diceva alle sue figlie ci deve distinguere la carità, essa deve essere la vostra divisa e oggi la Beata ci lo dice anche a noi ...
Dobbiamo rendere lode a Dio, si apre una nuova pagina per l'Istituto, cambia il luogo, non è più l'ospedale, ma è questa realtà, una realtà dove ce la sofferenza, ma dove ce la espressione più bella della carità, questa che cura verso chi soffre.
Dobbiamo essere grati a Giuseppe Milanesi, per questa disponibilità, per aver risposto subito quando un giorno gli chiese in questa eventualità le suore lascino l'ospedale non si potrebbe pensare ad una presenza cui? - Ha risposto subito e poi si ha avviato questa realtà"
"Dobbiamo essere riconoscenti perché le suore si mettono al servizio dei fratelli e le sorelle con questo spirito che la Beata Vannini ha consegnato a noi, quel profumo della carità di Cristo possa espandersi in questa realtà nuova e nella realtà delle Figlie di San Camillo. Vedo tutto in riferimento alla volontà di Dio, ci cui accanto una parrocchia che sta sorgendo e in questa struttura ci sono le sorelle, vi pare poco? non è tutto progetto di Dio?
Allora per questo dobbiamo essere riconoscenti, perché tutto quello che facciamo sia per la crescita nostra, a lode di Dio e per la salvezza di tutti.
Questo è l'augurio che consegniamo alle suore nel dire grazie anche alla Madre Zelia insieme al suo consiglio generale, alla sua vicaria Sr. Rosanna Priore nostra compaesana"
Il diacono permanente Salvatore Milanese e Don Pietro celebrando la Santa Messa, nella Villa Bianca
Foto della nuova casa, la vigna dove le sorelle porteranno la carità di San Camillo e dei nostri beati fondatori!
"Ringrazio il Signore perché ci ha dato questo grande dono della presenza delle suore camilliane nella nostra struttura. Considero questo un dono veramente gradito perché tutti noi conosciamo la dedizione della suore per la sofferenza, per essere vicini a chi soffre. Abbiamo sentito il Vangelo, dove il Signore riconosce chi sta vicino ai poveri, ai sofferenti, allora ognuno di noi deve farsi parte attiva perché possa dare la sua vita a chi soffre. Il dolore è il filo con cui la stoffa della gioia è tessuta, il tessuto della gioia diceva il cardinale Ravassi si conquista con il dolore e quindi il dolore deve sublimare ognuno di noi, dobbiamo essere vicino a chi soffre."
Parole di ringraziamento della Vicaria general Sr. Rosanna Priore:
"A nome dell'istituto ringrazio prima di tutto, il Signore perché ha aperto una via dove sembrava tutto, ormai, concluso. Ringrazio lei [sig.re Milanesi] e a quanti si sono prodigati, Don Pietro che è stato il factotum, e speriamo di continuare effettivamente nel nostro cammino nel esercizio del nostro ministero con rinnovato slancio di carità. Grazie!"
Sia lodato in eterno Gesù Cristo!
Per saperne di più:http://www.residenzamesagne.it/
http://www.ilgazzettinobr.it/cronaca/item/6350-le-suore-del-de-lellis-non-andranno-via-mentre-potrebbero-chiudere-i-reparti-di-medicina-e-lungodegenza.html
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