Fonte: E seppe dire si di Don Luigi Miglioli
Era ormai assente e staccato da tutti da quasi tre anni ed a buon diritto si sarebbe potuto pensare che, al funerale, molti sarebbero stati gli assenti non più abituati a venire alla Buona Morte a cercare il p. Tezza.
Non fu cosi. Il bene seminato a larghe mani lascia il suo segno indelebile ed ecco che alla messa funebre si presentò al completo la società Limana, il Nunzio Apostolico, il Ministro d’Italia, il Console dell’America Centrale, le rappresentanze del Capitolo metropolitano e di tutti gli Ordine e Congregazione religiose, una commissione della colonia italiana, rappresentanze di collegi e, finalmente, una moltitudine di altre persone.
Tutte volevano entrare in quella chiesa che, per l’occasione, apparve piccolissima tanta era la moltitudine.
La celebrazione funebre venne presieduta dal Nunzio Apostolico Mons. Petrelli che non mancò di dire la sua ammirazione per il Padre, di tessere l’elogio per la sua laboriosità apostolica, di additare l’esemplarità del suo spirito di povertà e di dedizione alla causa dei poveri.
Fu, per davvero, il buon samaritano del Perù perché cercò di curare le piaghe sociale e religiose portandovi l’evangelico soffio innovatore e suscitatore di energie che solo il cristianesimo intensamente sentito e vissuto sa trovare.
Fu un buon samaritano che pagò, fece, fece fare e cercò, attraverso la fondazione dell’Istituto delle Figlie di San Camillo, di spingere anime a fare.
Nel suo camminare sulle strade della terrà trovò sempre, ai margini, dei bisognosi nel corpo e nello spirito e Lui a tutti sapeva dare, per tutti sapeva dire la parola opportuna nel modo opportuno.
Chi sfilò davanti alla sua bara ebbe modo di riflettere sulle grandi lezioni che quell’uomo durante tutta la sua vita seppe dare e quella meditazione fu salutare perché furono in molti a pensare che si trattava del funerale di un santo. E sfiorivano i ricordi e nascevano i fioretti narrati con santo entusiasmo e gioiosa ammirazione e tutti erano concordi nell’affermare che, quell’uomo, che durante tutta la sua vita non diede mai a vedere di essere stanco, volle sempre mantenersi umile e dolce, ebbe anche il dono particolare del discernimento degli spiriti perché tutti quanti si rivolgevano a Lui specialmente quando dovevano risolvere il problema della propria vocazione: era proprio allora che sapevano di poter sentire da Lui una parola sicura.
Ma venne il momento nel quale il Padre dovette abbandonare, per sempre, la chiesa e venne sepolto nel cimitero generale della città.
Qui, a titolo di esemplarità, segniamo alcuni giudizi che uomini che l’hanno conosciuto bene hanno pronunciato dandoci così la testimonianza della stima che avevano per p. Tezza.
Sue Ecc. Mons. Gasparri l’ebbe a definire: “uomo ispirato da Dio e provvidenziale per Lima”. Mons Castamagna suo amico personale e che, in occasione del 50.mo di sacerdozio del Padre, volle farsi promotore di solenni celebrazioni l’ebbe a definire “una reliquia del cielo!” e S. Ecc. Mons. Severi “Il p. Tezza p il sacerdote più degno di Lima” e S. Ecc. Mons. Lauri: “vedendolo pregare lo si giudicava un santo”.
Ed il giorno dei funerali un religioso presente presentando le sua condoglianze e quelle della sua comunità ebbe a dire: “no, non dobbiamo piangere la morte del p. Tezza; abbiamo perduto molto, non v’ha dubbio; loro, R.R. Padre, un padre e un fratello così santo e così buono; io un amico ed un maestro. Ma abbiamo guadagnato tutti un protettore in cielo.” (Cruz Manleon de la Buenamuerte)
Dal sito: http://www.camilliani.org/padre-luis-tezza-grano-fecondo-di-vita/
Era ormai assente e staccato da tutti da quasi tre anni ed a buon diritto si sarebbe potuto pensare che, al funerale, molti sarebbero stati gli assenti non più abituati a venire alla Buona Morte a cercare il p. Tezza.
Non fu cosi. Il bene seminato a larghe mani lascia il suo segno indelebile ed ecco che alla messa funebre si presentò al completo la società Limana, il Nunzio Apostolico, il Ministro d’Italia, il Console dell’America Centrale, le rappresentanze del Capitolo metropolitano e di tutti gli Ordine e Congregazione religiose, una commissione della colonia italiana, rappresentanze di collegi e, finalmente, una moltitudine di altre persone.
Tutte volevano entrare in quella chiesa che, per l’occasione, apparve piccolissima tanta era la moltitudine.
La celebrazione funebre venne presieduta dal Nunzio Apostolico Mons. Petrelli che non mancò di dire la sua ammirazione per il Padre, di tessere l’elogio per la sua laboriosità apostolica, di additare l’esemplarità del suo spirito di povertà e di dedizione alla causa dei poveri.
Fu, per davvero, il buon samaritano del Perù perché cercò di curare le piaghe sociale e religiose portandovi l’evangelico soffio innovatore e suscitatore di energie che solo il cristianesimo intensamente sentito e vissuto sa trovare.
Fu un buon samaritano che pagò, fece, fece fare e cercò, attraverso la fondazione dell’Istituto delle Figlie di San Camillo, di spingere anime a fare.
Nel suo camminare sulle strade della terrà trovò sempre, ai margini, dei bisognosi nel corpo e nello spirito e Lui a tutti sapeva dare, per tutti sapeva dire la parola opportuna nel modo opportuno.
Ma venne il momento nel quale il Padre dovette abbandonare, per sempre, la chiesa e venne sepolto nel cimitero generale della città.
Qui, a titolo di esemplarità, segniamo alcuni giudizi che uomini che l’hanno conosciuto bene hanno pronunciato dandoci così la testimonianza della stima che avevano per p. Tezza.
Sue Ecc. Mons. Gasparri l’ebbe a definire: “uomo ispirato da Dio e provvidenziale per Lima”. Mons Castamagna suo amico personale e che, in occasione del 50.mo di sacerdozio del Padre, volle farsi promotore di solenni celebrazioni l’ebbe a definire “una reliquia del cielo!” e S. Ecc. Mons. Severi “Il p. Tezza p il sacerdote più degno di Lima” e S. Ecc. Mons. Lauri: “vedendolo pregare lo si giudicava un santo”.
Ed il giorno dei funerali un religioso presente presentando le sua condoglianze e quelle della sua comunità ebbe a dire: “no, non dobbiamo piangere la morte del p. Tezza; abbiamo perduto molto, non v’ha dubbio; loro, R.R. Padre, un padre e un fratello così santo e così buono; io un amico ed un maestro. Ma abbiamo guadagnato tutti un protettore in cielo.” (Cruz Manleon de la Buenamuerte)
Il Servo di Dio a Lima, Perù, insieme ai p. A. Ferroni, Visitatore generale
e al p. Pablo Serna, Superiore del Convento di Buenamuerte (1900)
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