Oggi a 91 anni è tornato alla Casa del padre il card. Elio Sgreccia, considerato da tutti uno dei maggiori bioeticisti a livello internazionale
Ci lascia un padre e un maestro, resta un gran numero di figli della sua anima e del suo pensiero, che si sono visti aprire la strada dell’impegno sui diversi fronti della bioetica dalla sua passione contagiosa per «dare frutto», perché «il vostro frutto rimanga».
Non ha fatto in tempo a compiere 91 anni: è morto oggi, alla vigilia del suo compleanno, il cardinale Elio Greccia, il padre della bioetica cattolica italiana e uno dei maggiori bioeticisti a livello internazionale.
Il Cardinale Elio Sgreccia, Presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, è nato ad Nidastore di Arcevia (Ancona, Italia) il 6 giugno 1928, nella casa di un'onesta e devota famiglia di agricoltori, dove i figli sono stati sempre considerati una benedizione del Signore. Ultimo di sei, dopo aver frequentato le scuole primarie ha dovuto posticipare l'ingresso nel seminario minore di Fossombrone a causa dell'inizio della guerra nel 1939. Oltre ad aiutare il padre nel lavoro dei campi, ha frequentato una scuola di avviamento professionale. Poi il seminario, a Fano. Infine l'ordinazione sacerdotale il 29 giugno 1952. Con i giovani il suo primo incarico, assistente spirituale dei ragazzi di Azione Cattolica, a cui segue quello di vicerettore nello stesso seminario regionale dove aveva studiato.
Conseguita la laurea in lettere classiche all'università di Bologna, è stato nominato rettore del Pontificio seminario marchigiano di Fano, successivamente trasferito ad Ancona. Nel 1972 ha chiesto e ottenuto il rientro in diocesi di Fossombrone per lavorare accanto al suo vescovo, monsignor Vittorio Cecchi.
Nel novembre 1973 la svolta della sua vita: la facoltà di medicina e chirurgia della sede romana dell'Università cattolica del Sacro Cuore intende di potenziare il servizio pastorale per la comunità dei docenti e degli studenti, e così viene fatto il suo nome. Aiutato da monsignor Cecchi a decidere, ha accettato l'incarico e dal quel momento è diventato un punto di riferimento per la comunità universitaria. E non solo. Il rettore Lazzati lo ha chiamato a collaborare — prima come redattore, poi come vicedirettore e condirettore — alla rivista «Medicina e Morale».
Nel 1983, alla scadenza dell'incarico pastorale presso la facoltà romana dell’Università Cattolica, gli è stato anche affidato, dalla stessa università, lo studio e l'insegnamento delle questioni etiche della biomedicina. Dal 1985 è stato direttore del Centro di Bioetica e dall’aprile 1992 direttore dell’Istituto di Bioetica creato all’interno della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Roma.
Studioso dei problemi etici della medicina, su indicazioni della segreteria di Stato è stato inviato a collaborare con diversi organismi europei. Ha avuto una parte importante nella redazione di un'opera collettiva sul tema I diritti dell'uomo e la medicina curata dal Consiglio d'Europa. Negli anni ottanta è stato osservatore della Santa Sede in seno al Comitato etico del Consiglio d'Europa. Dal 1990 al 2006 è stato membro del Comitato Nazionale Italiano per la Bioetica
Tra le sue diverse opere, si deve ricordare il Manuale di bioetica per medici e biologi, in due volumi, che ha avuto quattro edizioni e molte ristampe, ed è stato anche tradotto in francese, spagnolo, portoghese, inglese, russo, rumeno, bulgaro, ucraino, arabo, coreano.
Il 5 novembre 1992 è stato nominato vescovo titolare di Zama minore e segretario del Pontificio Consiglio per la famiglia. Ha ricevuto l'ordinazione episcopale da Giovanni Paolo II il 6 gennaio dell'anno successivo.
Ha mantenuto l’incarico presso il Pontificio Consiglio per la famiglia fino ai primi mesi del 1996, quando si è dedicato a tempo pieno all’ufficio di vice presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Nel giugno del 1994 era stato infatti chiamato a tale incarico accanto a Jérôme Lejeune, il primo presidente dell'organismo vaticano. Ha affiancato anche il successore di Lejeune, Juan de Dios Vial Correa, sino a quando è stato nominato egli stesso presidente della Pontificia Accademia, il 3 gennaio 2005.
In questa veste, la sua attività è stata caratterizzata soprattutto dalla pubblicazione di una serie di documenti in una collana nella quale sono stati raccolti gli atti dei congressi annuali celebrati in concomitanza con le assemblee generali dell'Accademia stessa. È stato notevole il contributo dato al chiarimento di alcuni temi di scottante attualità: tra questi, la donazione di organi, le cellule staminali, l'obiezione di coscienza, lo stato vegetativo permanente.
Ha lasciato l'incarico di presidente della Pontificia Accademia per la Vita il 17 giugno 2008. Si deve a lui la nascita della fondazione Ut vitam habeant per la promozione della pastorale della vita all'interno della comunità cattolica. Ha tenuto inoltre un corso speciale in materia come visiting professor presso l'Istituto Giovanni Paolo II della Pontificia Università Lateranense. Attualmente cura come condirettore la pubblicazione della prima Enciclopedia di bioetica e scienza giuridica — di cui sono già stati editi i primi tre volumi — insieme alla facoltà di diritto dell'università di Lecce e all'istituto di bioetica dell'Università Cattolica.
Per nomina pontificia ha partecipato alla III Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi su Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione (ottobre 2014) e alla XIV Assemblea Generale Ordinaria sul tema La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo (ottobre 2015).
Da Benedetto XVI creato e pubblicato Cardinale nel Concistoro del 20 novembre 2010, della Diaconia di Sant’Angelo in Pescheria.
Membro ad honorem della Pontificia Accademia per la Vita.
Fonte. Vatican News
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