27 settembre
Ogni giorno pubblicheremmo parte della Tesi di Magistero in Scienze Religiose indirizzo catechetico La virtù della carità in Padre Luigi Tezza di Suor Haida Echevarria Schmidt.
continua di ieri pag. 74-75
Padre Tezza sentì l'esigenza carismatica di vedere incarnato lo spirito di San Camillo in donne che, unendo all'abilità professionale la particolare sensibilità femminile, potessero offrire un autentico affetto materno ai sofferenti. Infatti chi meglio delle religiose consacrate poteva vivere con naturalità e totalità il desiderio e la regola di Camillo che: «desiderava con la grazia di Dio curare a tutti gli infermi con quell'affetto che suole avere un amorevol madre nell'assistere il suo unico figlio infermo».
Questa esigenza carismatica, sentita dal Tezza sin dal 1886 in Francia, si poté realizzare a Roma il 2 febbraio del 1892, quando nella Chiesa della Maddalena nel Cubiculum in cui morì S. Camillo le prime tre giovani, tra cui la Beata Giuseppina Vannini, furono affiliate all'Ordine dei Ministri degli Infermi.
Da quel momento P. Luigi Tezza divenne il trasmettitore fedele del carisma di S. Camillo, e chiamerà questo nuovo istituto Figlie di S. Camillo; lo farà di proposito affinché possano ricordare la loro identità che caratterizza la loro opera nella Chiesa: vivere al femminile il carisma camilliano. «Siate vere figlie di S. Camillo il solo vostro nome racchiude tutto ciò che dovete fare e dovete essere d'innanzi a Dio e agli uomini»; troviamo qui l'unità della persona nel suo essere e nel suo fare in coerenza con la sua dimensione spirituale.
Il Tezza però non si limita soltanto a questo, si spinge oltre indicando come deve essere compiuta questa unità dell' essere e del fare, tenendo cioè in considerazione la motivazione fondamentale della vita terrena di Gesù: «Gesù cominciò la sua vita pubblica per glorificare il Padre SUO». In questo modo indica anche la finalità dell' azione caritativa: «la gloria del Padre», quindi la figlia di S. Camillo che inizia la sua missione «deve mettere per fine di tutte le sue operazioni di glorificare Dio, fare del bene al prossimo e santificarlo col buon esempio».
La Gloria di Dio è un termine biblico molto importante. Visto dalla parte di Dio la gloria è la manifestazione visibile di Dio, è l'anima di tutta la rivelazione. Nella vita di Gesù "Gloria e glorificazione" rappresentano una categoria cristologica e teologica presente nei segni che Egli compie, come ad esempio il tempo della Sua piena manifestazione è l' "ora" della croce, come
esprime bene San Giovanni nel suo Vangelo (Cf. Gv 13,31-32). Vista dalla parte dell'uomo invece, la gloria è il riconoscimento del potere e della maestà di Dio. Tale glorificazione può avvenire attraverso vari percorsi, tra cui anche il corpo umano. Nella promozione della salute infatti sono messi in rilievo gli accenti di meraviglia che echeggiano nei salmi di fronte alla bellezza e grandezza dell'uomo (Cf. Sal 8). Nel curare il corpo ferito, malato, invecchiato, se ne proclama la dignità che non viene scalfita dalla degenerazione provocata dalla malattia o dal passare degli anni, perché anche nell'esperienza della propria fragilità, la dignità della persona rimane inalterata.
Per Padre Tezza «si glorifica Dio quando si attribuisce il merito di ciò che si fa a Lui, non alle nostre forze e abilità, facendo tutto con retta intenzione. Si fa del bene al prossimo esercitando la carità, virtù che più ci fa simili a Gesù Cristo che l'ha tanto amata e praticata in tutta l'estensione del suo amore incomparabile. Per cui voi dovete darvi a questa regina delle virtù con tutta la abnegazione del sacrificio di voi stesse, non facendo distinzione di persona, non lasciando portare più all'uno che all'altro, servendo tutti con carità e dolcezza».
continua....
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