31 ottobre ultimo giorno
Durante questo mese ci lasciamo guidare dall'elaborato "Giuseppina Vannini Il carisma di fondatrice" presentato come tesi per conseguire il grado accademico di Magistero in Scienze Religiose di Suor Maria Herminia Dieguez nell'anno 1990.
Spiritualità religiosa e sensibilità conciliare
1. Una delle linee forti del Vaticano II è la riscoperta e la valorizzazione della Chiesa come «Popolo di Dio», realtà base per tutti i componenti della Chiesa (17). Mediante il Battesimo «tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a quella perfezione di santità», che si può dire è l'unica vocazione della Chiesa.
La spiritualità dei religiosi è radicata nella grazia battesimale e cresimale che rende l'uomo cristiano membro del Popolo di Dio. Attraverso la professione dei tre consigli evangelici della povertà, castità e obbedienza (e per le Figlie di S. Camillo del quarto voto di assistenza agli infermi anche con pericolo della vita) i religiosi si donano «totalmente a Dio sommamente amato» e diventano, con nuovo speciale titolo, assegnati al servizio di Dio. Già col Battesimo sono morti al peccato e consacrati a Dio; ma, per raccogliere più copiosi i frutti battesimali, con la professione dei consigli evangelici si liberano degli impedimenti che potrebbero distoglierli dal fervore della carità e si dedicano più intimamente al servizio di Dio nella Chiesa. Da ciò il dovere di lavorare secondo la propria vocazione al consolidamento del regno di Cristo.
Perciò, la professione dei consigli evangelici appare come un segno escatologico del regno futuro, presente e testimoniato nella Chiesa. Il rinnovamento e l'aggiornamento della vita religiosa esige il continuo ritorno alle fonti della vita cristiana che sono i sacramenti dell'iniziazione.
2. Ai poveri la Vannini dedicò tutte le energie sue ed alloro servizio indirizzò le sue suore. Sr. Agnese Le Conte testimonia: «Nei confronti dei poveri, era sempre larga di aiuto, aggiungendo ai doni materiali parole di conforto»; «Ella vide nei poveri dei veri figli di Dio». Lo aveva imparato alla scuola di Camillo de Lellis, cui fa eco il Vaticano II: «Si consideri nel prossimo la immagine di Dio secondo cui è stato creato, e Cristo Signore al quale veramente è donato quanto si dà al bisognoso». «Per una figlia di S. Camillo devono bastare il Santissimo Sacramento, la sua cara comunità, i malati e sofferenti da curare, in qualunque parte essa si trovi».
Comunicava alle sue suore un profondo entusiasmo per testimoniare il Vangelo, incarnato nelle varie forme di misericordia verso i fratelli sofferenti. «Dovunque c'è chi manca di cibo e di bevanda, di casa, di medicine [ ... ], dei mezzi necessari per condurre una vita veramente umana, chi è afflitto da [ ... ] malferma salute [ ... ]», sia soccorso dalla carità carnilliana con aiuti d'ogni genere.
La Vannini, fin dai primi anni della fondazione, visse in sé e trasmise questa profonda vocazione. Lo si percepisce specialmente dalle sue frequenti lettere.
Scriveva alle suore dell' America nel 1906: «Preghiamo unanimi che il Signore lo prosperi [faccia prosperare] il nostro caro Istituto, lo benedica e faccia molto bene ai poveri malati e sofferenti di tutto il mondo, essendo tutti indistintamente nostri fratelli in Gesù Cristo». Nel 1907, alla Superiora di Bonsecours del Belgio: «Siamo occupatissime preparando tutto per la partenza verso l'Argentina di altre quattro, che è fissata per il 14 marzo venturo. Bisognerà poi prepararne altre per l'anno venturo, essendovi colà molto bene da fare».
La Vannini dunque non aveva di mira solo la Chiesa locale di Roma; il suo zelo missionario raggiungeva la Chiesa universale: «aprire a tutti gli uomini sofferenti, la strada che conduce a Cristo». E' detto nel Decreto Perfectae Caritatis: «Il modo di vivere, di pregare e di agire, deve convenientemente adattarsi [ ... ] alla necessità di apostolato, alle esigenze della cultura, alle circostanze sociali ed economiche; e ciò dovunque, ma specialmente nei luoghi di missione» (n. 3).
Cosa che già la Vannini aveva espresso nel 1908, scrivendo a una Superiora dell' America: «Cerchi di accomodarsi agli usi del paese per le pratiche di pietà».
3. La spiritualità della Vannini è cristologica. La vita religiosa ha la sua origine nella mens, nel cuore e nell'esempio del Signore che «cominciò a fare e insegnare» (At 1,1). Dice la Costituzione Conciliare Lumen Gentium: «i consigli evangelici, abbracciati secondo la personale vocazione di ognuno [ ... ], hanno soprattutto la forza di conformare il cristiano al genere di vita verginale e povera, che Cristo Signore si scelse per sé e che la Vergine Madre sua abbracciò» (n. 46). Il Decreto Perfectae Caritatis ricorda che «il raggiungimento della carità perfetta per mezzo dei consigli evangelici, trae origine dalla dottrina e dagli esempi del divino Maestro» (n. 1).
La Vannini negli scritti e negl'insegnamenti ricorda alle sue prime figlie (e in loto a tutte le attuali) che la consacrazione si fonda sulla vita di Gesù come alla sua sorgente; ella prende quale motto «della nostra piccola e carissima Congregazione» l'espressione bene omnia fecit (Mt 7,37); così scopre nel Maestro l'atteggiamento di perfezione e disponibilità, che va oltre il precetto; capace di generare uno stato di totale e assoluta appartenenza a Dio.
Nello Svegliarino per avanzare nella via della perfezione, dice tra l'altro: «[...] Cerchiamo, momento per momento, di dare alle nostre piccole azioni quella perfezione che il cuore santissimo di Gesù richiede alle sue spose [ ... ]».
Conclusione
Il carisma di «fondatrice» della Vannini viene dallo Spirito.
La sua opera di fondazione risponde non a un disegno della sua persona, ma a un dono dello Spirito che, come vento, soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va. Solo una volta resa edotta dell'autenticità dell'opera (a lei ispirata da P. Tezza) diede vita al progetto venuto dall'alto.
In lei «il carisma della misericordia verso i malati» era già presente, sotto alcuni aspetti, quando ancora apparteneva all'istituto delle Figlie della Carità; il carisma di fondatrice invece appare al momento della domanda del P. Tezza e della risposta di lei. Da quel momento il carisma di fondatrice è operante e lo sarà in maniera esclusiva e totale dopo la partenza del P. Tezza per il Perù.
Analizzando la sua personalità si può notare un'interna dipendenza tra i due carismi dati a lei: di fondatrice e di figlia di San Camillo. In questo rapporto è, forse, l'intenzione più profonda, attuale e utile del nostro scritto che non solo ha proposto una indagine teologico-positiva ma vuole essere punto di partenza e di stimolo per più approfondite ricerche.
Ampio è ancora il campo di indagine. Sarebbe utile, ad esempio, studiare il movimento spirituale romano in cui è inserita la Vannini; i tempi difficili e turbolenti per la Chiesa, che richiedevano una risposta storica espressa nelle istanze dei Sommi Pontefici Pio IX, Leone XIII, San Pio X; pontefici che sostennero con la loro opera e santità il lavoro di rinnovamento e di creatività degli Istituti religiosi, mentre una propaganda anticlericale dichiarava il fallimento della Chiesa e delle opere dei suoi figli più illuminati.
Anche oggi, Madre Vannini si comunica con una freschezza tutta originale e rivolge alle sue suore e al popolo sofferente, la sfida della sua fede, del suo coraggio, della sua gioia, della sua carità, della sua speranza instancabile, come segno del dono ricevuto dallo Spirito che la portò a vivere una vera configurazione con Cristo nella carità.
La sua opera continua a essere sempre attuale, dove ci sia un malato, uno che soffre. Le tecniche potranno anche cambiare ed essere perfezionate però l'amore continuerà sempre a essere il più grande tra i carismi; solo esso è causa e segno di unità, speranza, pace, sollievo, servizio, dono per gli altri.
FINE
Grazie a tutti che ci avete accompagnato in questo mese in onore di Santa Madre Giuseppina Vannini, guidati dalla mano di Suor Herminia Dieguez e il suo elaborato per conoscere e amare di più la vita, carisma e missione della Santa.
Chiediamo la sua materna intercessione per sentire la sua protezione in questo tempo di pandemia, per tutti coloro che assistono i malati: medici, infermieri, personale addetti alla pulizia, mantenimento delle strutture sanitarie. E per tutti i malati che soffrono o stanno soli e abbandonati.
Santa Giuseppina Vannini, prega per noi
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