"Benedici il Signore, anima mia, egli mi guarisce e mi salva”, così il Salmo responsoriale ci ha invitato a cantare al Signore.
La Parola di Dio che abbiamo ascoltato ci presenta nella Prima lettura un’antica profezia di Isaia, scritta molti secoli prima di Gesù, ma che rileggiamo alla luce della Passione del Signore. Il testo ci invita allo stupore, alla contemplazione, si apre infatti con una domanda: "Chi avrebbe creduto alla nostra rivelazione?”
Domanda che riecheggia oggi, nel presente, nei nostri cuori (crediamo nella rivelazione del Signore?) (crediamo che Lui è il nostro Salvatore?) (crediamo che Lui è la salvezza del nostro corpo, della nostra anima e di tutta la nostra persona? E ancora un’altra domanda: “ A chi si sarebbe manifestato il braccio del Signore?” A chi si può manifestare la forza di Dio, se non ai suoi figli e alla sue figlie che corrono verso di lui e camminiamo verso di lui come noi oggi?
Ed ecco che nella profezia ci viene presentato Gesù: “E’ cresciuto come un virgulto davanti a lui “che richiamo a un’altra profezia: “un germoglio spunterà dal tronco di Jesse”.
Gesù è il germoglio fiorito dalla discendenza di Davide, figlio di Jesse. “ Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi”. Gesù maltrattato, deriso, bastonato, sputato, crocifisso, ecco la Passione del Signore, è lui “il disprezzato e reietto dagli uomini”, l’uomo dei dolore che ben conosce il patire”. Lui, Gesù, è la salvezza, il nostro Salvatore, come ci ricorda il suo nome Gesù: Dio è Salvatore. Gesù ha sperimentato il dolore, la sofferenza, che ha vinto.
Non ha fatto scomparite il dolore, la sofferenza, ma “si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori” i nostri peccati inchiodandoli sul legno della croce e offrendo se stesso al Padre, così è scaturita per noi la salvezza.
La salvezza che ci viene da Gesù ci salva anche nelle malattie, e anche se la malattia fa il suo corso e giunge a corrompere definitivamente il nostro corpo con la morte, tuttavia noi siamo salvati dall’amore di Dio, per questo è importante vivere ogni momento con grande fede.
La salvezza che ci dà il Signore la vediamo prefigurata nella profezia di Isaia e poi la contempliamo pienamente compiuta nel Vangelo attraverso Maria che i dona Gesù. Il brano ascoltato del Vangelo ci ha presentato Maria che, dopo l’Annunciazione, si mette in viaggio per visitare la cugina Elisabetta, perche se siamo di Dio, non possiamo restare soli.
Così ha fatto Maria, ha ricevuto l’annuncio, ha detto sì al progetto di Dio e non rimane a casa sua, riceve Dio e non lo tiene per sé ma lo porta ai fratello, quindi è missionaria è testimone nella vita quotidiana.
Appena Maria entra nella casa, ecco che il Signore, che lei porta nel grembo è riconosciuto dall’ultimo dei profeti: Giovanni il Batista, che esulta nel grembo di Elisabetta ed Elisabetta esprime la lode a Maria e Maria esprime la lode al Signore. Riceviamo Gesù, lo portiamo agli altri e assieme agli altri benediciamo il Signore.
La Chiesa con Maria Santissima magnifica il suo Signore, perché’ Dio, l’Altissimo, guarda la nostra povertà, le nostre debolezze, le nostre infermità e affidati a Maria che si proclama umile serva del Signore, anche noi possiamo sperimentare la pace e la salvezza. Maria proclama già al passato le diverse azioni del Signore rispetto alle diverse situazioni di oppressione, perché contempla già la vittoria del bene sul male, dell’amore di Dio sulla malattia, sulla morte, sul peccato. Mentre per noi, ancora pellegrini sulla terra, si devono ancora realizzare, appartengono al futuro e si compiranno quando saremmo ammessi da Dio, per la sua misericordia, nella sua casa in paradiso.
Guardiamo a Maria Santissima, che è Madre nostra, Madre della Consolazione, perché ci conduca al suo Figlio Gesù, nostro Salvatore, e a noi il compito, ogni giorno di riconoscerci poveri peccatori, bisognosi della misericordia di Dio, incapaci di salvezza senza l’aiuto di Dio, senza la preghiera di Maria.
Il Magnificat è il cantico di ringraziamento e di gioia di Maria, è un’esplosione di gioia, di affetto, di fiducia, è una preghiera che sgorga dal cuore di Maria, un cuore semplice, umile, pronto a lodare il Signore.
Impariamo da Maria ad avere più fiducia in Dio. Insieme preghiamo: Santa Maria, Madre di Dio, da secoli i nostri Istituti ti invochiamo come Madonna della Salute: volgi il tuo sguardo su di noi che, sotto la croce ricevesti come figli e figlie: proteggi la nostra vita e veglia sulla Grande Famiglia carismatica camilliana. Veglia sui nostri affanni e sana le nostre infermità.
Vergine benedetta, con il tuo Sì hai offerto al mondo l’autore della salute: aiutaci ad accogliere con la tua stessa docilità la Parola del Signore, perché in noi si compia la tua volontà
Custodisci, o Madre, le nostre comunità, conservale nella concordia e nell’amore. Custodisci le nostre strutture sanitarie specialmente quelle che in questo tempo di pandemia hanno accolto i fratelli e le sorelle colpite dal coronavirus. Tutti i luoghi di cura, come ripetevano San Camillo, Santa Giuseppina Vannini e il Beato Luigi Tezza, siano giardini fioriti di misericordia e di amore.
Vergine della Salute, accompagnaci nel nostro ministero. Conforta o Maria, Salute degli Infermi, i nostri ammalati con il vigore della speranza.
Infine ai giovani e alle giovane la fedeltà al Vangelo, l’impegno costante e il servizio generoso. Rendici attenti al grido dell’umanità sofferente e alle angosce dei fratelli e delle nostre sorelle.
Prendici per mano, Vergine santa e guidaci all’incontro con il Figlio tuo Gesù Cristo, nostra gioia e nostra salvezza.
Amen! Sia lodato Gesù Cristo
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