Identità delle Figlie di San Camillo
Decreto
Le suore delle Figlie di San Camillo, la
cui casa generalizia si trova nella diocesi di Frascati, hanno come
missione particolare nella Chiesa “testimoniare l’amore di Cristo
misericordioso verso l’uomo infermo” mediante il ministero del servizio
corporale e spirituale , esercitato anche con il rischio della vita, al quale
si obbligano con voto speciale.
“Siate dunque sempre meglio le vere e
fervorose Figlie di San Camillo, il vostro solo nome racchiude tutto ciò che
dovete fare e dovete essere dinanzi agli uomini”. P.L.T.
“Si
dilati il piccolo Istituto, onde abbia lunga vita e sia in tutti i tempi di
consolazione alla santa Chiesa e di edificazione al prossimo” M.G.V.
Il
nostro Istituto
È un dono di Dio alla Sua Chiesa e per la
Sua Chiesa, è nato per un bisogno della Chiesa ed è parte viva di Essa. La
Figlia di San Camillo, è un grande dono di Dio alla Chiesa, per la Chiesa,
nella Chiesa, con la Chiesa, quindi:
Requisiti per essere una Figlia di San Camillo
Essere
chiamata da Dio: “non
voi avete scelto me, ma io ho scelto voi…” (Gv, 15, 16)
Come segno della chiamata ricevo da Dio
un sassolino dove è scritto il mio nome e che io sola posso leggere: “…una pietruzza bianca sulla quale sta
scritto un nome nuovo, che nessuno conosce all’infuori di chi la riceve” (Ap
2, 17)
Nella misura che la saprò leggere avrò
realizzato la mia missione di camilliana.
Pietruzza = chiamata e come conseguenza à intelligenza
per capire
Essere
eletta:
È la volontà di corrispondere alla chiamata
divina (il giovane ricco è stato chiamato, ma non eletto perché non ha voluto).
Come segno di elezione Dio mi consegna una perla preziosa, nella quale è
racchiuso il patrimonio dell’Istituto, e, come conseguenza, mi dona la capacità
di attuarlo, conservarlo e trasmetterlo intatto alle sorelle che verranno dopo
di me, e ognuna lo deve vivere, custodire, mantenere e tramandare.
Essere
preparata:
Formata alle esigenze della vita
consacrata a Dio e agli uomini in Cristo, attraverso la pratica dei consigli
evangelici; informata sull’indole e lo spirito, la finalità e la disciplina, la
storia e la vita dell’Istituto, educata all’amore verso la Chiesa e i suoi
sacri Pastori.
“Tutto
in Dio, per Iddio, con Dio, sia fedele alle sante Regole ed attaccata con amore
alle osservanze d’uso” (P.L.T.)
“Non
dimentichi il Capo della Santa Chiesa, il Papa, tanto addolorato dai propri
figli infedeli e il trionfo della Santa Chiesa” (M.G.V.)
Tramite la professione, la quale consta
di due elementi fusi insieme:
consacrazione a Dio
consegna di sé all’Istituto.
Questo costituisce il senso di
appartenenza.
Inviata
in missione permanente, fino ai confini del mondo
Nell’apostolato della nuova scuola di
carità, che deve essere fatto da consacrata e da Camilliana, con Dio, per Dio,
in Dio.
Il Patrimonio dell’Istituto
Sono le ricchezze o beni che l’Istituto
possiede, si distinguono in:
Patrimonio
Materiali:
Tutti i beni mobili (denaro) e immobili
(case) che appartengono all’Istituto. Tali beni non appartengono all’Istituto
in se stesso, ma alla Chiesa, perché l’Istituto è della Chiesa. Servono al
mantenimento delle opere già esistenti e per creare altre opere.
Questo patrimonio lo dobbiamo usare e far
usare con amore, responsabilità, creatività.
Patrimonio
Fisico:
Sono tutte le persone che compongono e
appartengono all’Istituto
Patrimonio
Spirituale:
È la ricchezza spirituale propria,
irrepetibile data ai Fondatori dallo Spirito Santo e trasmessa a noi. È formata
dal: carisma – spiritualità propria – fine apostolico – sane tradizioni – stile
di vita.
Carisma:
Dono di testimoniare al mondo, oggi, la
carità, l’amore perenne di Cristo misericordioso verso gli infermi. “In trasmissione diretta da San Camillo de
Lellis, tramite i Beati Fondatori, la Congregazione ha ricevuto dallo Spirito
Santo il dono di testimoniare l’amore sempre presente di Cristo verso gli
infermi, nel ministero spirituale e corporale esercitando anche con rischio
della vita” (Costituzione art. 1)
Spiritualità
propria:
È il modo unico e irrepetibile di
concepire la dottrina di Gesù. La fonte della spiritualità è la presenza di
Cristo negli infermi e in noi, sostenute e nutrita dalle grandi devozioni
dell’Istituto.
“Perché
il nostro apostolato sia fecondo, cerchiamo di penetrare sempre più intimamente
il mistero di Cristo e di coltivare l’amicizia personale con lui. Tutta la
nostra vita religiosa dovrà essere permeata dall’amicizia di Dio, affinché
sappiamo essere ministre dell’amore misericordioso di Gesù verso gli infermi.
Così
si rende manifesta in noi la fede che San Camillo e nei nostri Fondatori
operava nella carità, per la quale vediamo negli infermi Cristo Crocifisso. In
questa presenza di Cristo nei malati e in noi, che prestiamo servizio in suo
nome, troviamo la fonte della nostra spiritualità” (Cost. art. 16)
Fine
apostolico:
É l’esercizio delle opere di misericordia
spirituali e corporali verso gli infermi anche con pericolo della vita,
professata con voto. Curare i corpi per salvare le anime. “Come suol una amorevol madre curare il suo figlio gravemente infermo”
“Il
carisma dunque della nostra Congregazione, trasfuso direttamente dall’Ordine di
San Camillo e che ne stabilisce l’indole e il mandato, si esprime e si attua
nelle opere di misericordia spirituali e corporali verso gli infermi” (Costituzioni art.12)
Sane
tradizioni:
Sono costumi assunti dai Fondatori, per
veicolare, trasmettere dei contenuti religiosi.
Stile:
È il modo di essere e di agire di una
Camilliana verso la comunità, verso il malato e verso se stessa, con cuore di
madre, sì che in qualsiasi parte del mondo andiamo ci possano riconoscere come “le Figlie di San Camillo di Roma”
(Madre Vanini)
Vivendo tutto ciò, realizziamo l’indole e
il mandato delle Figlie di San Camillo. Una Camilliana deve essere Cristo
misericordioso, povero, casto, obbediente, servizievole anche col pericolo
della vita e tenerezza di Maria per Cristo crocifisso facendo bene ogni cosa: “Bene
omnia fecit” che rappresenta per noi la radice evangelica.
“…ha
fatto bene ogni cosa” (Mc.7, 37)
Il nostro carisma e il fine apostolico
possono essere uguali o somigliante ad altri Istituti, ma quello che ci
distingue è il modo di vivere questo
carisma e il fine apostolico, con una spiritualità propria, uno stile di
vita proprio, e una sana tradizione propria.
Il carisma e il fine apostolico è uguale
in tutte le Nazioni in cui opera l’Istituto e non possono essere cambiati, così
pure la spiritualità, lo stile, le sane tradizioni, ma vengono calate nella
creatività a servizio di una nazione, secondo il tempo e luogo.
Il patrimonio spirituale deve essere
vissuto da consacrate, e da consacrate Camilliane, tramite l’esercizio dei
quattro voti, con una vita di preghiera propria, con un apostolato proprio, in
una vota comunitaria camilliana.
Carta Magna della Figlia di San Camillo
La
Madre Fondatrice ha creato gli uffici tramite le opere di misericordia
corporali e spirituali (fine apostolico)
- Dar da mangiare agli affamati---------cuciniera
- Dar da bere agli assetati-------------- cuciniera
- Vestire gli ignudi---------guardarobiera, lavandaia
- Alloggiare i pellegrini----portinaia
- Visitare gli infermi------infermiera
- Visitare i carcerati------cappellana
- Seppellire i morti-------cappellana
- Consigliare i dubbiosi
- Insegnare agli ignoranti
- Ammonire i peccatori
- Consolare gli afflitti
- Perdonare le offese
- Sopportare le persone moleste
- Pregare Dio per i vivi e per i morti.
Dalla esattezza di questi uffici, ne
deriva che dobbiamo formare insieme il volto della Misericordia.
“Chi
non compie l’ufficio che le è affidato, mette sossopra tutta la comunità: essa
è la ruota dell’orologio che non vuole muoversi e determina l’arresto di tutto
il movimento”. (Madre Vannini).
Dalla riflessione sulla carta magna e
sulle basi alle quali la Madre si è ispirata nel formare la prima comunità,
come figlie sorge spontanea una domanda: “I nostri Fondatori come volevano che
fossero le nostra comunità?” Loro stessi ci danno la risposta:
“Noi
dobbiamo fondare una Congregazione come non ve ne sono…” per la semplicità,
l’umiltà, la serenità, la gioia, il nascondimento, la comunione fraterna.
Perché questo si realizzi, tutte dobbiamo
impegnarci in un cammino di crescita, nella sequela, dove ci sosteniamo e ci
incoraggiamo le une le altre in un clima di stima, fiducia, apertura, libertà,
nel quale ci aiutiamo a formare ogni una, comunità
di fede e comunione.
Sintesi della nostra missione
È un dono dello Spirito Santo, che ci dà
la forza di testimoniare al mondo, oggi, l’amore misericordioso di Cristo e la
tenerezza di Maria verso gli infermi tramite l’esercizio delle opere di
misericordia corporali e spirituali professato con voto anche col rischio della
vita.
Il
Vangelo: dove impariamo
a conoscere Cristo e le sue proposte.
Le
Costituzioni:
espressione della Proposta Evangelica: “andate
e curate ogni sorta di infermità” e della Intentio Evangelica “Ero infermo”
Vita,
Scritti e detti dei Fondatori: dove
impariamo ad amarli e a conoscerne il cuore e i gesti, in poche parole come ci
volevano. Con un cuore di madre.
Dalle letture Spirituali della carissima Madre Serafina
Grazie Madre!
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